27 marzo 1944 - Kittyhawk II nr. FS421 - Coriano

Dalla base di Cutella (CB) viene lanciato il primo attacco aereo di cacciabombardieri nella nostra zona, effettuato da dodici Kittyhawks del 3° Sqn. RAAF, che mitragliano in successione l’aeroporto di Rimini e quello di Forlì. Data la grande distanza che dovranno percorrere gli australiani, sugli aerei non vengono caricate bombe ma solamente i serbatoi supplementari da 62 galloni necessari al lungo e impegnativo volo. L’azione ha successo, al rientro i piloti dichiarano la distruzione e il danneggiamento al suolo di una quindicina di aerei. Poca e inconsistente la reazione contraerea, gli attaccanti perdono solamente un aereo, il Kittyhawk II Nr. FS421 pilotato dal F/O Wallace Daniel Hogg che precipita a ovest di Rimini (rapporto Me 1385). In base alle informazioni reperibili nel suo fascicolo personale (National Archives of Australia) Hogg viene dichiarato abbattuto presso Forlì, ma il corrispettivo rapporto tedesco riporta la sua cattura presso Rimini, dove effettivamente riuscì a lanciarsi. L'ipotesi più plausibile è che il pilota sia stato colpito dopo l'attacco a Forlì e sia stato costretto ad abbandonare l'aereo quando era già sulla rotta di ritorno.

La vicenda di Hogg non termina con questa cattura, in quanto riuscì a sfuggire e a tentare un difficile rientro in seno al territorio controllato dagli Alleati. Camminò per parecchi giorni in direzione sud, non sappiamo se e come fu aiutato, ma non riuscì a superare la linea del fronte e fu definitivamente fatto prigioniero quando si trovava letteralmente a pochi metri dalla salvezza. Il 12 maggio, mentre tentava di attraversare le linee 12 miglia a sud di Sulmona, fu nuovamente catturato. Terminò la guerra allo Stalag Luft 3 dove fu definitivamente liberato nell’Aprile 1945 dall’Armata Rossa.

Anche l'ubicazione del crash non è ne facile ne certa, visto anche l'elevato numero di aerei che sarebbero poi caduti nei mesi successivi in zona e che ha portato a molte inferenze nelle testimonianze locali. Senza rapporti certi, la ricostruzione è un mero esercizio di congetture che potrebbero anche risultare poco precise.

Esiste il sito di caduta di un aereo a est di Coriano che non è compatibile con alcun episodio accaduto durante il passaggio del fronte. Ci avvaliamo in questo caso della testimonianza del Sig. Carlo Conti di Pedrolara nel suo libro "Ricordi di un Corianese": Ora non so dove collocare cronologicamente l’episodio riferito alla caduta di un velivolo tedesco a Coriano, perché ho un ricordo confuso sulle date, tuttavia penso che il fatto sia accaduto nel 1943/1944. Quel giorno era mattina inoltrata e mi trovavo nel cortile della casa del Consorzio Agrario di Coriano, in compagnia del fornaio Santini Giuseppe “Fafen”. Improvvisamente abbiamo udito un sibilo terrificante squarciare l’aria, della durata più o meno di una decina di secondi. Contemporaneamente alla cessazione del sibilo, un boato sordo e delle forti vibrazioni del terreno sotto di noi. Lì per li “Fafen” non ha saputo dare alcuna spiegazione, ma poco dopo, siamo venuti a conoscenza che era precipitato un velivolo nel campo dei Renzi, nostri parenti, a poche decine di metri dalla loro casa. I tedeschi arrivati dopo poco, hanno portato via in tutta fretta, i pochi resti, e a chi gli chiedeva se si trattava di un apparecchio tedesco, con enfasi rispondevano che si trattava di un velivolo americano o inglese, abbattuto dalla loro contraerea. Quasi sicuramente si trattava invece di un velivolo tedesco, Stukas, dotato di un’apposita sirena per rendere psicologicamente più devastanti gli attacchi alle truppe.

La testimonianza del Conti è preziosa in quanto colloca temporalmente l'episodio prima dell'estate-autunno 1944, ma fuorviante in quanto parla della caduta di uno stuka, ipotesi non avvallata da alcuna documentazione.

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