
Una formazione di B-25 Mitchell sopra S. Michele All’Adige; obbiettivo il ponte, linea del Brennero
Molto spesso le ricerche di un aereo alleato caduto in Italia si intrecciano con altre vicende, creando un mosaico di storie e misteri che affascinano e coinvolgono profondamente chi si dedica a ricostruirle. In questo caso, mentre cercavo negli archivi americani di ricostruire la storia di un B-25 J Mitchell, andato perso il 18 gennaio 1945 e soprannominato dall’equipaggio “RUPTURED DUCK” (l’oca rotta, tradotto letteralmente), mi sono imbattuto in un documento tedesco che contraddiceva la versione ufficiale americana.
Quel foglio, redatto da un ufficiale tedesco, indicava che l’aereo disperso si trovava vicino al paese di Cavaion Veronese (Lago di Garda), e non nel territorio Legnaghese come riportato nella versione americana. Quale delle due versioni era quella corretta? Possibile che ci sia un errore? Vista la distanza di molti chilometri tra le due località sembrava impossibile. Eppure, data, orario e tipo di aereo coincidevano perfettamente. Le testimonianze dell’equipaggio del “rupture duck” che si erano lanciati con il paracadute, confermavano invece il luogo di cattura nella zona di Arcole, tra San Bonifacio e Cologna Veneta.
A questo punto, era necessario un approfondimento… Doveva essere fatta una verifica più accurata. Ripresi le ricerche sui M.A.C.R. (Missing Air Crew Reports / rapporti di missione degli aviatori dispersi) americani, alla ricerca di eventuali errori di compilazione.
Alla data del 18 gennaio 1945 trovai un altro B-25 J, del 310th Bomb Group, che però risultava disperso nella ex Jugoslavia. Strano che in quella data un aereo fosse finito in quel teatro di guerra così distante! Aprendo il relativo file, mi trovai davanti a un disegno dettagliato del lago di Garda. Ecco la soluzione: gli aerei persi quel giorno erano due. Il foglio in tedesco, quindi, era finito anche nel M.AC.R. sbagliato, creando ulteriore confusione e fraintendimenti.
Decisi di concentrare l’attenzione su questo B-25 J, soprannominato “STUD” (Stallone). Così, la ricerca di un B-25J del 321st Bomb Group, abbattuto il 18 gennaio 1945 sopra Domegliara (Verona) alle ore 13:50 (anche se potrebbe esserci un possibile errore di orario), e diretto alla stazione di Ala (Trento), ha svelato un episodio simile avvenuto lo stesso giorno quando, un'altra formazione di B-25, appartenenti al 310th Bomb Group – 379th Bomb Squadron, era in missione sulla stazione di Domegliara, San Ambrogio di Valpolicella, alle 12:14

Nella foto, il nuovo B-25 “ STUD / STALLONE” con il suo equipaggio: non si tratta del “nostro” precipitato il 18 Gennaio 45. Era prassi comune rinominare un altro aereo con lo stesso nickname per ricordare quello perduto. Da notare il numero di missioni ( le bombe disegnate) e la “nose art”, con un diavolo armato di forcone al galoppo sullo stallone.
Ora traducendo i vari rapporti a corredo del M.A.C.R., tenteremo di ricostruire l’azione e la fine di questo B25J. Chi erano gli aviatori coinvolti ? Da dove arrivavano? Con quale aereo? Per rispondere a queste domande dobbiamo cercare negli archivi americani dell'epoca. Come abbiamo visto in precedenza un buona base di partenza sono i M.A.C.R., che venivano compilati dopo 48 ore dal non ritorno dell'equipaggio alla base di partenza. Si basano sulle testimonianze dirette di compagni di volo. Molto spesso sono contraddittori e imprecisi e solo a fine guerra con il ritorno dei sopravvissuti, venivamo corretti con informazioni più attendibili.
Nel nostro caso tutti i membri dell'equipaggio sono morti nello schianto e quindi cercheremo di ricostruire dalle testimonianze dei compagni di volo, come si siano svolti i fatti.
Il 18 gennaio del 1945 una formazione di B25J Mitchell si prepara al decollo dall'aeroporto di Ghisonaccia, sede del 310th Bomb Group. Sono le nove del mattino l'obbiettivo è la sottostazione elettrica di San Floriano che alimenta la linea ferroviaria del Brennero, più volte finita sotto le bombe americane.
La missione prosegue senza intoppi. É circa verso mezzogiorno che gli aerei scaricano il micidiale carico di bombe, la visibilità è buona e da quella altezza 2500 metri circa si possono vedere gli effetti degli scoppi. Una stretta virata e la formazione riprende la rotta verso sud-ovest . In pochi minuti i B25J sono sul lago di Garda e a questo punto che dalla sponda Bresciana le batterie dei temibili cannoni 88 tedeschi apre il fuoco.

Così la descrizione di un pilota che si trovava dietro il capo formazione e ha visto lo “Stud” colpito: “Un colpo diretto sul motore destro e l' aereo scivolò d'ala il motore si incendiò e anche la ruota del carrello si staccò una scia di fumo blu, nessun paracadute visto aprirsi”.
Più significativa la testimonianza di un' altro aviatore: ” Il pilota ha richiamato dicendo che era stato colpito e di stare attenti. L’ho visto precipitare e girare in un largo cerchio, stavo volando come radio mitragliere e avevo una macchina fotografica. L'ho perso di vista per un po' mentre scattavo alcune foto, ma potevo seguire la sua scia di fumo. Quando è tornato in vista l'ho visto andare in picchiata fino a 1000 piedi (300m.) e andare a terra in fiamme. Nessun paracadute”.
Seguono altre due testimonianze:” Le batterie del Garda hanno aperto il fuoco è stato colpito al motore sinistro ( quale delle due versioni sarà giusta?) e finito in una palla di fuoco. Nessun paracadute”.
A questo punto risultano chiare le dinamiche che hanno portato all'abbattimento dell'aereo. Il colpo diretto lo ha danneggiato irrimediabilmente, scatenando un incendio a bordo, staccandogli un carrello e facendolo scivolare d'ala. La velocità di caduta, unita alla traiettoria in cerchio e alla relativa forza centrifuga, ha impedito agli aviatori di lanciarsi. L'ultimo volo dello Stud termina a Cavaion, trascinando con sè tutto il suo equipaggio.
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Passeremo ora ad esaminare i famosi M.A.C.R. sopra citati, fonte di preziose informazioni per noi ricercatori, che gli archivi americani mettono a disposizione su internet.
In queste pagine possiamo leggere molte informazioni. L’aeroporto di partenza Ghisonaccia (Corsica), il gruppo di appartenenza il 310° B.G. 379° B.S. il “Target” San Ambrogio tipo di missione “Combat” la situazione meteo CAVU (Sereno buona visibilità) with Ground Haze (Foschia a terra), il giorno 18 gennaio 1945, l’ora 12,14 e le coordinate in gradi, che non sempre corrispondono in modo preciso. Nel nostro caso la cartina disegnata da un aviere della stessa squadriglia rende già un’idea per quanto approssimativa del luogo del crash. Il Nick name dell’ aereo STUD ( Stallone).
Seguono poi le indicazioni del modello di aereo B25J il numero di serie 43-27649 e seriali dei motori e delle armi di bordo.
Si prosegue con l’elenco degli aviatori a bordo, posizione, nome, grado e stato attuale. Nel nostro caso sappiamo che non ci sono sopravvissuti e lo stato è MIA : Missing in action (Dispersi in azione). Naturalmente le pagine del fascicolo sono numerose, pertanto ci limiteremo a quelle più significative, che descrivono l’azione e le testimonianze dei compagni di volo. Integrando le informazioni con i rapporti tedeschi (ME e KSU).




Nessuna foto di Nelson, solo questo breve necrologio: Chicago Tribune 3/2/1949 Abstract. Sgt. James D. Nelson, killed in action at Verona, Italy, 1/18/1945, late of 4514 S. Wentworth av., husband of Evelyn, son of Ethyl and the late John, son-in-law of Mrs. Nora Dunigan. Service Thurs., 1 p.m., at funeral home, 46th pl. and Wallace av. Interment Mount Hope. - Sergente James D. Nelson, ucciso in azione a Verona, Italia, il 18/01/1945, defunto al 4514 di S. Wentworth av., marito di Evelyn, figlio di Ethyl e del defunto John, genero della signora Nora Dunigan. Funerale giovedì, ore 13:00, presso l'agenzia di pompe funebri, 46th pl. e Wallace av. Sepoltura a Mount Hope.
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La lapide comune nel cimitero americano, insieme anche per l’ultimo volo. Sempre dal MACR 11392 troviamo la collocazione delle tombe nel cimitero provvisorio di Mirandola ( Modena). Da notare che solamente il Sgt Nelson ha avuto singola sepoltura. Gli altri sei aviatori furono tumulati in una tomba comune.
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Questo documento riporta la data del rimpatrio delle salme in America Il 6 Aprile 1949.

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In basso leggiamo che la provenienza era il cimitero di Mirandola San Martino Carano ( Modena).

Alla fine della della seconda guerra mondiale venne realizzato a San Martino Carano il cimitero militare statunitense di Mirandola, ufficialmente inaugurato il 4 luglio 1946. Si trattava del più settentrionale fra i 18 cimiteri statunitensi in Italia nell'immediato dopoguerra. Nel terreno di 2,4 ettari vennero temporaneamente seppelliti i soldati alleati e nazifascisti morti nei giorni della liberazione nel territorio modenese, incluso l'appennino. Nei pressi del cimitero militare statunitense vennero detenuti anche alcuni prigionieri tedeschi di guerra. Nel 1948 era registrata la sepoltura di 1.514 salme alleate (in maggior parte rimpatriate entro il 20 settembre 1948 ) e 334 tedesche (traslate nel 1961 al Cimitero militare germanico della Futa). (Da Wikipedia). Probabilmente la prima sepoltura è stata il cimitero di Cavaion Veronese, ma al momento non abbiamo riscontri utili dagli archivi comunali e parrocchiali.
Proseguiamo con i documenti americani, Il probabile punto di caduta, con a sinistra le coordinate. Disegno realizzato da uno dei compagni di volo della formazione incluso nel MACR.

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Foto eccezionali scattate da un compagno di volo. Si vede l’aereo fumare e precipitare per scomparire poi nella nuvola, come descritto nei report di volo. La sotto a destra si intravede la collina dove sorge Cavaion Veronese.

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Come siamo arrivati a stabilire il luogo di caduta a Cavaion Veronese ? Oltre ai rapporti americani fortunatamente esistono anche quelli tedeschi, (ME/KSU) che confermano il luogo di caduta. Hanno contribuito anche agli abitanti del posto, che con la loro testimonianza hanno reso possibile restringere le ricerche su una bassa collinetta non distante dal paese. Qui sotto il rapporto tedesco tradotto in inglese, si legge chiaramente Cavaion Veronese ore 12,15 L’aereo viene descritto completamente bruciato e il ritrovamento di quattro membri dell’equipaggio tutti morti ( Evidentemente i resti trovati a bordo erano irriconoscibili).

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Il rapporto tedesco (ME) che forse ha generato la possibile sovrapposizione con il rapporto sopra (KSU). Si possono leggere: Il tipo di aereo B25, la data 18/1/45, l’ora 12,15 e il luogo Cavaion Veronese.

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Nella foto sempre lo “Stud”, il B-25 J che ha ereditato il nome da quello perso, con l’equipaggio che lo riporterà in America. Era tradizione comune rinominare altri aerei con lo stesso nome. Si nota che il disegno dello stallone differisce dalla prima foto a inizio articolo. Nella terza foto il primo da sinistra è il sergente Watts ,( nel ruolo di Bombardiere) non ancora passato al grado di tenente. Nell’ultima foto il Capitano Rath Walter (Navigatore)



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Nella foto sotto il bombardamento della stazione di Domegliara / San Ambrogio.

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Nel disegno vediamo la linea del Brennero con tutti gli obiettivi sottoposti a bombardamento. Possiamo leggere che la stazione di San Ambrogio (che alimentava i treni elettrici) ha subito 512 sortite e lo scarico 797:77 tonnellate di bombe. Gli aerei persi in queste sortite su questa linea sono stati 46 e 532 quelli danneggiati. Il numero raffigurato sulla bomba, indica il numero sulla cartina.

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Con le informazioni disponibili dagli archivi americani e tedeschi e grazie alla preziosa collaborazione da parte dei residenti di Cavaion, sono iniziate le ricerche sul presunto luogo. Una bassa e allungata collinetta quasi in fronte al paese chiamata Salvador forse per la presenza di un albergo/ristorante con tale nome.
Purtroppo la ricerca si è dimostrata da subito molto difficile, le culture di olivi e vigne e la costruzione di ville e case ci hanno limitato lo spazio. I pochi terreni liberi disponibili non hanno restituito tracce dell’aereo. In condizioni al limite come questa si rende necessario restringere il campo di ricerca. Grazie alla testimonianza di una signora novantenne che ricordava perfettamente la data e la posizione dell’aereo al quarto tentativo riprendemmo la ricerca. E finalmente proprio sulla sommità della collina sono spuntate tracce di alluminio fuso, a conferma dello schianto e successivo incendio.
Certo non ci aspettavamo di trovare pezzi e lamiere di notevoli dimensioni, come in tutti i ritrovamenti di bombardieri gli abitanti del posto avevano già fatto razzia del prezioso alluminio e a noi ricercatori rimangono le briciole di quello che era stato un grosso aereo. La scia di rottami proseguiva lungo il pendio della collina e purtroppo incrociava da una parte una serie di ville e dall’altra un esteso vigneto. Con il permesso dei proprietari del vigneto Sig.ri. Lenotti, siamo riusciti a completare la ricerca, e soddisfatti di ciò che il terreno ha restituito dopo ottant’anni.
Le foto qui sotto mostrano le piccole parti del B25J “Stallone” piccoli pezzi all’occhio di un profano ma per noi il racconto di una delle tante tragedie della seconda guerra mondiale.








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Questa scoperta ci coinvolge ancora di più, perché ci fa riflettere sulla complessità di quei giorni di guerra, sui destini incrociati di uomini e macchine, e sulla necessità di ricostruire con cura e passione ogni singolo dettaglio. È come un puzzle che aspetta di essere completato, e ogni pezzo trovato ci avvicina di più alla verità. La storia di questi voli e di queste battaglie ci ricorda quanto sia importante non dimenticare, e quanto ogni scoperta possa emozionare e coinvolgere chi, come noi, sente il desiderio di conoscere e onorare il passato.
Concludiamo con una foto panoramica di Cavaion Veronese e sotto il luogo dello schianto.

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Ringraziamo per la collaborazione : Enzo Lanconelli storico e ricercatore dell'Ass. Aerei Perduti.
Dan Setzer curatore del sito 57th Bomb Wing che cortesemente ha messo a disposizione le foto del B25 a corredo. 57thbombwing.com
La Famiglia Lenotti proprietari del vigneto, per averci concesso il permesso di esplorazione di superficie del terreno.
Gli abitanti di Cavaion Veronese per la preziosa collaborazione nell’individuazione del luogo dello schianto in particolare:
Sig.ra. Maria Luisa Mancini
Sig. Roberto Noto
Sig. Giuseppe Ruffini
Ricerca, documentazione e stesura articolo
MIRCO CAPORALI.
