ASSOCIAZIONE AEREI PERDUTI POLESINE

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RASSEGNA STAMPA

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servizio televisivo Rai 3 Veneto del 20 febbraio 2016 girato a Ca' Emo inerente le ricerche effettuate sul bombardiere americano "Easy Queen" atterrato in prossimità del paese nell'agosto del 1944. Si ringrazia il sig. Giosuè Paggioro della Biblioteca di Adria per l'aiuto e l'interesse dimostrato verso le nostre ricerche. Il servizio parte dal minuto 13.20.

RECUPERI IN POLESINE: Kittyhawk IV 250° Sqn. RAF

RECUPERI IN POLESINE: Thunderbolt 1° Gruppo Caccia Brasiliano

RECUPERI IN POLESINE: Spitfire IX 601° Sqn. RAF

Il Gruppo di ricerche Aerei Perduti, dopo anni di studio e di lavoro sul territorio, ha maturato l'esigenza di costituirsi Associazione, nell'ottica di affiancare al censimento degli aerei precipitati in Polesine anche eventuali sondaggi e recuperi. In cinque anni di intenso lavoro, al momento sono noti all'Associazione circa 90 crash collocati su tutto il territorio compreso tra il Po e l'Adige. Il numero straordinario di aerei precipitati in questa stretta fascia di terra trova una spiegazione storica importante e conferma la densità degli attacchi che il Polesine subì durante la guerra.

Mentre a terra gli eserciti alleati avanzavano lentamente da sud verso nord abilmente ed efficacemente ostacolati dai tedeschi, una guerra diversa si combatteva nell'aria. Gli Alleati avevano enormemente investito nella produzione di aerei militari e, diventando i dominatori assoluti dei cieli, fornivano un nuovo e fondamentale aiuto alle truppe di terra. I bombardamenti attuati dagli Alleati, sia di giorno che di notte, avevano lo scopo di interrompere i rifornimenti alla macchina bellica tedesca, di demotivarne le truppe e di spaventare la popolazione civile. Pertanto i ponti, le ferrovie, le strade, ogni via di comunicazione divennero obiettivo primario; e i paesi, le città che erano nate proprio in prossimità di tali vie si trovarono improvvisamente al centro dell'opera di distruzione. Per quanto i bersagli non fossero i civili, l'azione ampia di mitragliamento e bombardamento dei punti strategici portò alla distruzione, alla sofferenza, alla disperazione, quando non alla morte, proprio degli italiani. Il Po e l'Adige, essendo fiumi importanti, furono bersagli primari; infatti abbattere i ponti sopra di essi significava interrompere il flusso continuo di munizioni, cibo e armi necessari a contrastare l'avanzata alleata. Pertanto l'azione contraerea disposta proprio in prossimità di questi fiumi fu straordinaria. Non a caso, la maggior parte dei crash identificati sul territorio si trovano proprio vicino ai ponti stradali e ferroviari.

Per quanto invece riguarda gli aerei che precipitarono nella fascia di terra tra essi compresa, due sono le cause che ci permettono di capire e ricostruire la dinamica del crash: le battaglie aeree dei caccia italo-tedeschi contro le forze da bombardamento alleate e l'azione della contraerea tedesca. Fino all'agosto 1944, la Luftwaffe e l'Aeronautica Nazionale Repubblicana ingaggiarono combattimenti aerei contro i bombardieri e i caccia di scorta diretti a nord; da settembre '44 in poi, rimase operativa in Italia solo l'ANR: da questo momento in poi i combattimenti furono assai più radi e di minore impatto. I bombardieri alleati, partendo dagli aeroporti collocati in Puglia, sorvolavano l'Adriatico e, se diretti sulle città del nord Italia, viravano verso l'entroterra solitamente all'altezza del delta del Po: sul Polesine spesso venivano intercettati. Così scriveva un aviere con la funzione di osservare il passaggio di aerei in prossimità del delta del Po: "Il nostro compito è di informare il Comando militare dell'arrivo degli aerei, riferirne il numero, il tipo e la direzione che prendono. Arrivano da sud seguendo la costa e proprio sopra di noi possono girare verso destra per andare a colpire la Jugoslavia. Se proseguono, puntano su Trieste e vanno a colpire l'Austria o la Germania. Se girano verso sinistra, e questo avviene sovente, passano sopra Cavarzere e possono raggiungere qualsiasi città del Veneto. In questo momento ci sono dodici caccia che volano sul cielo di Cavarzere" (Pacchiega, diario). Ancora nella memoria viva di uno dei nostri preziosi collaboratori, Ivo Ferrari di Crespino, è lo straordinario combattimento aereo cui assistette da bambino proprio sopra casa sua. Combattimento sfociato nell'abbattimento di un caccia tedesco. Il pilota, perduti gli stivali mentre si lanciava, atterrò davanti a lui ... Sul Polesine, fu comunque la contraerea tedesca, la Flak, a causare il maggior numero di perdite tra gli alleati: essa colpì duramente sia i bombardieri diurni che i "night intruders", i famosi e terribili Pippo. Sono forse questi i crash più difficili da identificare poichè spesso i dati in nostro possesso relativi alle perdite alleate sono imprecisi, lacunosi e poco attendibili. Anche i riferimenti geografici indicati sui rapporti si rivelano spesso totalmente sbagliati.

Per comprendere la nostra attività di Gruppo di Ricerca, le difficoltà, e a volte le perplessità è necessario conoscere le nostre modalità di lavoro. L'attività del Gruppo di Ricerca si articola in tre fasi che procedono in parallelo e continuamente traguardano le informazioni per cercare di dare un nome all'aereo precipitato, per ricostruire la missione che stava svolgendo, per raccontare per quanto possibile della vita dei piloti, di quel che accadde loro e, a volte, di recuperare le loro stesse memorie per avere una visione la più ampia possibile dell'intero avvenimento. Partendo dallo studio delle fonti archivistiche sia Alleate che dell'Asse, si giunge ad un confronto ed una verifica dei dati per riuscire a circoscrivere la zona coinvolta dal crash. A questo punto si procede alla ricerca di testimoni che possano ricordare l'evento confermandolo o smentendolo. I ricordi di chi visse la terribile ed incredibile esperienza di osservare combattimenti aerei, formazioni di bombardieri oscurare il cielo e velivoli precipitare più o meno lontano, sono per noi testimonianze importanti non solo per la ricerca in sè, ma anche per l'aspetto antropologico ad essa connesso. La raccolta dei ricordi riferiti al crash non è semplice: sono passati altre 70 anni, i testimoni sono sempre meno e le informazioni raccolte spesso frammentarie e/o inesatte. A fianco degli archivi aeronautici e alla raccolta di testimonianze si aggiunge la ricerca presso archivi pubblici e privati, la consultazione di libri di storia locali e diari dell'epoca, qualora si riesca a reperirli. La ramificazione pertanto operata nel territorio del Polesine è ad ampio raggio e tanti sono gli amici che ci stanno aiutando nel tentativo di restituire al Polesine una pagina di storia dagli aspetti solo apparentemente frammentari.

L'Associazione Aerei Perduti Polesine, è costituita dai seguenti soci fondatori: Luca Milan (presidente), Enzo Lanconelli, Elena Zauli, Andrea Raccagni.

Tutti i dati da noi raccolti unitamente all'esito delle ricerche effettuate sul territorio sono stati pubblicati nel libro "Aerei Perduti Polesine 1943-1945" in uscita l'8 dicembre 2019.

Libro polesine

ELENCO AEREI ED EQUIPAGGI PRECIPITATI IN POLESINE