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LA GUERRA AEREA IN ROMAGNA

Ju88Sezione dedicata interamente allo studio storico ed alla ricerca sul campo dei velivoli precipitati per cause belliche in Romagna durante il secondo conflitto mondiale: oltre 300 sono gli aerei caduti nel territorio costituito dalle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, dall’imolese e dalla cosiddetta "Romagna toscana". Durante la Seconda Guerra Mondiale il nostro Paese è stato attraversato per intero da due poderosi schieramenti che, dandosi battaglia, ne hanno trasformato profondamente il territorio: il lento e continuo spostamento del fronte da sud a nord lasciava dietro sé una scia di devastazioni, di lutti, di miseria, di privazione anche dei beni di prima necessità. A fianco di queste desolanti conseguenze vi era però anche una realtà diversa, una realtà di ricchezza materiale e tecnologica messa in campo dai contendenti. Un aereo precipitato al suolo appariva allora come una miniera di metallo, di ingranaggi, una fonte di tecnologia e di conoscenze a volte mai vista prima. In molte case della Romagna si conservano ancora piccoli resti di quei disastri: uno strumento, un bossolo ammaccato, un pezzo di plexiglass, di alluminio, di gomma e tutto questo campionario di reliquie a volte torna effettivamente utile per identificare il tipo di aereo.

BaltimoreIn Romagna la guerra aerea è durata per molti mesi, anche perché il fermo delle operazioni “in grande stile” come si legge nel Proclama Alexander non ha interrotto i voli e le missioni di bombardamento. La Romagna, inoltre, è stata quasi interamente racchiusa, nell’evolversi delle vicende belliche, da due storiche linee difensive tedesche: la Linea Verde a sud, più famosa come Gotica, e la linea Irmgard a nord, legata al torrente Senio.

L’andamento strategico della guerra nel teatro mediterraneo subì nuovi impulsi con la conquista da parte degli alleati dell’Italia meridionale: le forze angloamericane operanti in nordafrica con il balzo dapprima in Sicilia e poi con il successivo passaggio sul continente si trovarono a poter utilizzare l’Italia come trampolino verso il nord. Dalla Puglia i bombardieri americani potevano colpire anche da sud il resto del nostro paese e il territorio del Reich dando così inizio ad un’opera di demolizione sistematica delle industrie del nord Italia. Essendo un paese ad economia agricola, la Romagna visse solamente di riflesso le incursioni alleate contro le fabbriche; al contrario, venne devastata dai bombardamenti tattici e dalla distruzione delle vie di comunicazione, in particolare lungo l’asse della Via Emilia. Anche se varie azioni furono condotte dalla MASAF, la forza da bombardamento strategico, fu la MATAF, la forza da bombardamento tattico, la vera protagonista delle incursioni nella nostra regione. Essendo quasi assente la caccia tedesca, ai cacciabombardieri ed ai bombardieri medi si oppose solamente la Flak: questo in sostanza è il succo della guerra aerea in Romagna, un continuo stillicidio di bombardamenti ed un'ostinata resistenza tedesca a colpi di artiglieria contraerea. La nostra regione è stata avara di battaglie aeree, di scontri tra fortezze volanti, cacciatori italo-tedeschi e scorte americane: ha invece assistito ad un continuo scambio di colpi tra la terra e il cielo. I feroci scontri che si accendevano sulla pianura padana solitamente a nord del Po hanno toccato in minima parte la Romagna, e tutto ciò è dimostrato dalla casistica degli abbattimenti, anche se sulle nostre terre sono a volte venuti a precipitare i velivoli feriti da quegli scontri, sia dell’una che dell’altra parte.