28 aprile 1945 - Baltimore V Nr. FW723 - Dolo (VE)

NO. 15 SQUADRON SAAF WAR DIARY Oprep Nr. 15 S/223 for 24 hrs. Ending 2100 hrs. L.T. 28 April 45

7 Balts on Armed Recce of roads in Venice - Padua - Treviso area. 1 Mk V Missing. Lt. Bond Pilot, Lt. Richardson Observer, W/O Nienaber WT/AG, W/O Weitz A/G.

The third loss occured at 035 hrs. on the 28th, at which time Capt. McCann saw a large orange flash in the thunder clouds ahead at about 4000 feet, and then tracer was seen coming down out of the clouds, followed by an aircraft on fire dropping to earth end exploding into small pieces on the ground about 10 miles east of Padua. This was presumed to be Lt Bond with Lt. Richardson as Observer, W/O Nienaber as WOP/AG and W/O Weitz as gunner. It is with great surprise and satisfaction that Lt. Bond was recently reported to be in hospital at Cervia only 4 miles from Cesenatico, and it was from him that we learnt that all the crew has managed to bale out, although the rest of the crew not yet been located. It appears that the aircraft was on a bombing ran,carrying 4 canister of 8 x 40 lb bombs each, with no 45 Air Burst Pistols, and immediately the bombs were released, there was an explosion under the aircraft which set it on fire.

http://www.joebaugher.com/usaf_serials/usafserials.html: Martin A-30A-10-MA 43-8880 to RAF as Baltimore V FW723. SOC Apr 26, 1945.

Danneggiato dalla prematura esplosione delle sue bombe all'atto dello sgancio 10 miglia a est di Padova, il Baltimore esplose in aria precipitando nel territorio di Dolo. Il Lt. Bond comunicò all’equipaggio l’ordine di lanciarsi, restando ai comandi del suo aereo danneggiato; quando0 l'aereo esplose, fu fortunatamente scaraventato fuori e riuscì a tirare la maniglia del paracadute. Semincosciente e con varie ustioni sul corpo fu soccorso a terra da partigiani locali che riuscirono a portarlo ad un centro di primo soccorso e di lì trasportato a Cervia. Gli altri aviatori non ce la fecero e riposano al Padua War Cemetery.

Testimonianze raccolte dal Sig. Luigi Zampieri e pubblicate nel sito web www.sambrusonlastoria.it

Andrea Zilio. “I primi anni di scuola elementare, ricordo bene, meglio di tanti altri anni successivi, furono turbolenti e dolorosi per le nostre famiglie: figli e mariti in guerra, bombardamenti, il famoso ricognitore Pippo, aereo militare che passava di notte e bombardava dove vedeva luci accese nelle case. Le donne pregavano, ci nascondevamo sotto la tavola per ripararci dai calcinacci che scendevano dai soffitti, dai muri in case che avevano le cucine ricavate da un a parte di stalla e le camere ricavate da una parte di granaio. Io e le mie sorelle e la cugina Giovanna correvano per i campi a raccogliere i volantini che gli aerei alleati lanciavano per la popolazione invitandola a non collaborare con i tedeschi e i fascisti. Una parola! Da sotto, da terra non era facile come per chi stava per aria, al sicuro. Beh, mica tanto! Una notte, Pippo volava basso e ogni tanto lanciava razzi per illuminare il suolo. Ma questo, una notte, fu il suo guaio. La contraerea lo abbatté. Cadde in via Brentoni a Sambruson, nei campi, se ben ricordo, dei Bortolozzo. La notte stessa tanta brava gente, si fa per dire! depredò tutto quello che poté dall’aereo fumante, cannocchiali, razzi, armi, occhiali militari, stivali del pilota. Una cosa certa, che non si notò, dato il buio, fu la soddisfazione di vedere un nemico morto. Il giorno dopo nessuno sapeva niente, nessuno aveva visto niente, nessuno aveva sentito niente.”

Luigi Zampieri. “Ricordo la notte del fatto. Sono del febbraio 1941 ma conservo un ricordo abbastanza vivo del fatto. Data l’età, penso che il mio ricordo, chiaro, sia stato alimentato anche dall’aver sentito in seguito, continuamente, il racconto di questo avvenimento. Presumo che l’episodio risalga all’inverno / primavera 1945 (avevo 4 anni); ricordo che faceva molto freddo. Abitavo in via Brentoni n. 4 di allora, proprio nell’angolo dove la via incrociava il canale Brenton, al “ponte de piera”. La mia casa di allora non esiste più e il ponte non è ora più a “pietravista” come allora ma in cemento. L’aereo è caduto a circa 200 metri dalla mia casa, nei campi di Sarto (Bortolosso). Era tarda sera, mia mamma sentì per prima il rumore dell’aereo, avvisandoci che stava arrivando “pippo”, ricognitore ben conosciuto da tutti per le sue incursioni notturne. La mamma abbassò immediatamente lo stoppino del lume a petrolio. Non avevamo la corrente elettrica. Il rumore ci sorvolò e finì dopo qualche secondo con una specie di tonfo sordo. Per anni sentii parlare dell’aereo caduto. (…) Giocando attorno alle nostre case, spesso potevamo vedere, ammirati, la grande elica, in alluminio, dell’aereo caduto, ben posizionata su due assi, dietro alla casa Celeghin. (…) Circolavano voci che verso la fine della guerra, un soldato straniero, forse inglese, fosse tenuto nascosto in via Brentoni”.

Il numero seriale del Baltimore non viene riportato nel War Diary; gli storici Stefaan Bouwer e Gerald Thompson nella loro opera "The Aegean Pirates - The history oh the 15 squadron SAAF in WW2" riportano che nella sua ultima missione Lt. Bond ed il suo equipaggio volavano con l' FW723: “On 28 April, Lt DR Bond's aircraft, Baltimore FW723, was lost due to pre-detonation of bombs after release, causing an explosion beneath the aircraft..."

Grazie a Fabio Chinellato per la condivisione della ricerca.

bond

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