Speciale - 1° Mostra Storica sull'Aeroporto Alleato di Cesenatico

La mostra, tenutasi presso la Galleria Leonardo da Vinci di Cesenatico, è stata curata da Walter Cortesi del Comitato Storico Culturale di Archeologia Militare - CRB 360° con la collaborazione di Aerei Perduti ed il Patrocinio del Comune di Cesenatico. Sono stati esposti reperti provenienti dal sito dell'ex aeroporto, immagini dell'epoca, materiali provenienti da vari collezionisti locali ed anche parti di velivoli ripescati in mare davanti alle coste di Cesenatico. Un pezzo molto interessante della mostra è stato un motore Rolls Royce Merlin proveniente dal mosquito MX798 del 23° Sqn. RAF precipitato presso Montecchio di S.Marino.

Durante il secondo conflitto mondiale, l’enorme profusione di velivoli messi in campo dagli angloamericani rese totalmente insufficiente la rete degli aeroporti italiani, obbligando quindi i comandi alleati a costruirne dei nuovi. Nel versante adriatico si iniziò dalla Puglia, dove dal dicembre 1943 fu dislocata l’intera forza da bombardamento strategico: in quella regione i bombardieri pesanti ed i caccia di scorta utilizzarono una ventina di aeroporti diversi e lì vi restarono fino al termine del conflitto. Al contrario, la forza da bombardamento tattico dotata di bombardieri medi e cacciabombardieri fu necessariamente obbligata a seguire l’avanzamento del fronte da sud verso nord, appoggiandosi anche a nuovi scali aeroportuali appena costruiti. E’ il caso anche di Cesenatico, dove alla fine di novembre del 1944 fu realizzato un cosiddetto “Landing Ground” nella spiaggia di Ponente. Come già era accaduto a Misano e Bellaria, dove precedentemente erano stati realizzati altri scali, anche per la costruzione dell’aeroporto di Cesenatico fu scelta la zona della linea di costa. Questo stesso modus operandi avrebbe poi condizionato la costruzione degli altri aeroporti di Cervia, Punta marina e Foce Reno.  Una volta deciso il luogo dove sarebbe sorto l’aeroporto, squadre del Genio dotate di grossi bulldozer spianavano e livellavano il terreno, abbattevano arbusti, pini ed altri ostacoli. Venivano poi stese tele di juta sulle quali erano poste speciali lamiere forate che, agganciandosi fra di loro, formavano una eccellente superficie: le “Pierced Steel Plank Landing Mat”. Ancora oggi, in ispecie lungo le strade di campagna, è possibile vedere recinzioni e cancelli realizzati con quelle lamiere. A metà dicembre 1944 il 253° Wing arrivò a Cesenatico e lì vi rimase fino al termine del conflitto. Era costituito da 4 Squadrons: 500° Sqn. RAF dotato di Martin Baltimore, 600° Sqn. RAF dotato di De Havilland Mosquito, 454° Sqn. RAAF dotato di Martin Baltimore,15°  Sqn. SAAF dotato di Martin Baltimore
Le missioni per gli equipaggi che volavano con i Baltimore consistevano in bombardamenti tattici diurni in tutta l’area orientale della pianura padana. Furono colpiti ponti, depositi, trasporti, scali ferroviari, concentramenti di truppe e postazioni difensive nemiche. Dal febbraio 1945 furono sensibilmente ridotti i voli diurni e si passò alle missioni di disturbo e interdizione notturna. Il 600° Sqn. RAF svolse prevalentemente missioni di caccia notturna mediante l’uso di apparecchiature radar montate sui Mosquito.
In previsione dell’imminente offensiva primaverile, il 20 marzo 1945 a Cesenatico arrivarono anche i cacciabombardieri Republic P-47 Thunderbolt del 79th Fighter Group USAAF. Essi svolsero missioni di bombardamento tattico in appoggio alle truppe di terra e di attacco al suolo. Terminato il conflitto, nel luglio 1945 il Gruppo lasciò Cesenatico per Hoersching, in Austria, dove vi rimase come parte della forza di occupazione fino al giugno 1947. Il  79th FG, dalla sua costituzione fino al suo scioglimento, avvenuto il 15 luglio 1947, ha sempre operato con tre Squadrons: 85th, 86th, e 87th.


Le “Pierced Steel Plank Landing Mat”
Le speciali lamiere forate e sagomate impiegate nella costruzione degli aeroporti alleati furono pensate e progettate alla Waterways Experimental Station prima dell’inizio del conflitto. Chiamate originariamente Marsden Matting (letteralmente Stuoie Marsden) furono universalmente note come Marston Matting o Marston Plate per la città in North Carolina adiacente al Camp Mackall dove le lamiere furono prodotte e utilizzate per la prima volta nel novembre 1941.  Le lamiere, utilizzate anche in Corea ed in Viet-Nam, secondo la nomenclatura comune NATO sono attualmente denominate PSP, Pierced Steel Planking. La più comune lamiera Marsden è stata la M8, 3 metri di lunghezza per 38 cm di larghezza con un peso di 66 kg,  realizzata con un acciaio ad alto tenore di manganese. Ne è stata fabbricata anche una versione in alluminio, per facilitarne il trasporto in aereo grazie al suo peso ridotto. Utilizzando la M8, una piccola squadra di genieri poteva realizzare una pista larga 200 m e lunga 1500 m in soli due giorni. Le lamiere furono prodotte in una quantità enorme, circa 2 milioni di tonnellate, e impiegate praticamente in tutto il mondo. L’incredibile numero di lamiere prodotte e la resistenza che offrono all’usura hanno permesso alle Marsden di entrare a far parte ormai del paesaggio umano. Se in Romagna è comune il loro riutilizzo come cancelli, altrove sono state impiegate per molteplici altri usi: solo per fare qualche esempio, porte ed infissi in Puglia,  rimorchi e carrelli per auto negli USA, guard-rail e parapetti in Asia.

Nelle foto, la zona dell'aeroporto oggi (Google earth) e nell'aprile 1945 (Fold3), Baltimore del 454° RAAF sulla pista (Austalian War Memorial), locandina e immagini della mostra.

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