12 maggio 1944 - Lt. James Lilly -Riolo Terme

Quel 12 maggio la copertura nuvolosa di 10/10 presente sul nostro Appennino costa la vita a tre piloti americani, uno del 1st FG e due del 14th FG. Sono circa le 8,30 quando gli aviatori del 1st FG devono fare i conti con condizioni meteo molto difficili. I piloti devono volare in assenza di visibilità e devono fare affidamento solo agli strumenti di bordo. Hanno già avuto una perdita, il Lt. Richard Cooley, abbattuto dal S.Ten. Morandi presso Albinea, nel Reggiano. Sulla Romagna il cielo è impenetrabile. Il prezzo da pagare è alto: i tenenti James Lilly e Robert McIntosh non rientrano, anche se la sorte ha in serbo per loro destini opposti. Il primo si lancia all’altezza di Borgo Rivola e viene catturato dalla GNR, unico sopravvissuto fra i non rientrati in quel tragico giorno. Del secondo, nessuna traccia o notizia utile. Disperso.

Sulla Romagna le condizioni meteo continuano a essere estreme: è passata poco più di un’ora, e adesso sono i P-38 del 14th FG a pagarne le conseguenze. Si trovano a 14000 piedi e sono costretti a procedere in mezzo alle nubi senza alcun riferimento visivo. L’unica cosa che possono fare è stare incollati agli strumenti di bordo. I canali radio sono intasati: gli aviatori si chiamano in continuazione. Chissà se l’addestramento li ha ben preparati a queste condizioni di volo. Chissà se i nervi stanno reggendo o l’angoscia si sta insinuando nelle loro menti. Un’ora prima Lilly si era lanciato, forse in preda al panico o forse non più in grado di pilotare in quelle condizioni, con l’aereo che non risponde ai comandi come dovrebbe a causa del ghiaccio che lo ricopre. Un gesto che potrebbe anche avergli salvato la vita.

Sono circa le 10 quando il tenente Herbert Aldrich si schianta con il suo P-38 Ser. Nr. 42-104246 sulle colline cesenati presso Civorio. Dopo Cooley e McIntosh, la totale copertura nuvolosa, unita ad un probabile disorientamento spazio-temporale, miete la terza vittima della giornata. Passano pochi minuti e Winston subisce la stessa sorte. Un boato scuote le colline di Camposonaldo, presso S. Sofia. Sono trascorsi solo uno o due minuti dalle 10,05, suo ultimo contatto radio.

Unico sopravvissuto di quella tragica giornata è il Tenente James "Jim" Lilly. Cio che gli accade a Borgo Rivola è stato ricostruito da Guido Buldrini e ne pubblichiamo uno stralcio. (cfr. Guido Buldrini)

LA STORIA DEL PILOTA AMERICANO CHE SI È PARACADUTATO A BORGO RIVOLA

Venerdì 12 maggio 1944 insolito arrivo a Borgo Rivola: scende dalle nuvole un uomo che, appeso a un paracadute, prende terra nei campi di “Merlino”, un podere sulle colline verso Toranello. È un pilota dell’aviazione americana, poco più che un ragazzo: il 2nd Lieutenant (per noi sottotenente) James (Jim) M. Lilly, 23 anni, compiuti il 7 marzo. (...) Non lontano da “Merlino”, alla Costa Vecchia, abita Antonio Pratini, 41 anni - anche lui compiuti da poco, il 12 aprile - che è fra quelli che li stanno aspettando. L’uomo non ha dubbi: va incontro al pilota, lo aiuta e cerca di nasconderlo in casa sua. La scena, come è ovvio, non passa inosservata e qualche fedelissimo della ”Repubblica sociale” si affretta a riferirla. Pratini viene portato a Bologna, processato dal Tribunale speciale per la difesa dello stato e condannato a morte ma riesce a evitare l’esecuzione fingendosi matto.

Lilly, prigioniero di guerra, finisce nel famigerato Stalag 17-B (il film di Billy Wilder “l’inferno dei vivi” è ambientato lì), a Gneixendorf (Krems) in territorio austriaco, pochi chilometri a nord-ovest di Vienna, dove verrà liberato dagli uomini del generale Patton quasi un anno dopo, il 29 aprile 1945. Tornerà in patria un mese esatto più tardi, il 29 maggio.

Delle presunte spie, due uomini, uno pagherà con la vita in uno dei tanti assassinii di quegli anni e l’altro, arrestato dai partigiani a guerra finita e consegnato ai carabinieri, verrà deferito alla Corte d’assise straordinaria di Ravenna e assolto “per non aver commesso il fatto” anche se giocheranno a suo favore, più che la possibilità che i tedeschi potessero aver seguito la traiettoria del paracadute, la sua età, quasi 80 anni, e il fatto di essere considerato da molti una persona perbene. (...)

James Marshall Lilly, questo il nome completo del pilota, (...) è morto a 87 anni il 26 dicembre 2008, in una casa di riposo di Mobile (Alabama), lasciando quattro figli (uno dei quali deceduto tre anni fa), tutti sposati, e sei nipoti, due dei quali adottivi. Tornato dalla prigionia, ha completato gli studi e ha preso la laurea (B.A.) in accounting (contabilità) all’Università del North Carolina, lavorando tra l’altro alla Standard Oil (Esso). Ad Aruba, nei Caraibi, ha incontrato Lyda Ella Varney, che lavorava lì come insegnante e che ha sposato a Denver il 1° settembre 1949. Il necrologio lo chiama reverendo perché nel 1958 Jim Lilly ha sentito la vocazione e si è trasferito con la famiglia nel Tennessee per frequentare il seminario della Chiesa Episcopale all’University of the South ed è stato ordinato pastore nel 1962. Durante il suo ministero ha dedicato tutto sé stesso all’aiuto dei meno fortunati e alla promozione della giustizia sociale. Ha partecipato attivamente al movimento per I diritti civili in Alabama sostenendo in modo particolare l’uguaglianza razziale, la solidarietà verso i poveri e l’abolizione della pena di morte. Nel 1984 è andato in pensione.

lilly

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